La biblioteca comunale di Civita Castellana (Viterbo) è stata istituita nel 1970 in seguito alle istanze del Movimento giovanile di allora per ottenere un luogo della cultura che desse a tutti i cittadini, soprattutto ai meno abbienti, la possibilità di accedere agli strumenti dell’informazione e dell’educazione permanente. Tra le tante finalità, soprattutto quella di ricreare la memoria storica di un paese andata distrutta nei secoli passati dai lanzichenecchi, dai francesi e dagli spagnoli di passaggio diretti a saccheggiare Roma.
Si capì fin da subito che bisognava cominciare dai ragazzi, quelli che allora, ed erano la maggior parte, potevano disporre del solo sussidiario scolastico. Con l’arrivo dei primi libri, così ricchi di storie e immagini colorate, la biblioteca fu come presa d’assalto dai ragazzi in età scolare, ma anche dagli adulti, a tal punto che il Comune, da lì a qualche anno, fu costretto ad assumere un bibliotecario in pianta organica.Si organizzarono i primi incontri con l’autore. Uno dei primi ad essere chiamato fu Gianni Rodari: venne due volte, col treno, umilmente, e con la sua aria nobile e
Civita Castellana, polo industriale ceramico, ha una popolazione di 16.000 abitanti circa. In questi ultimi anni si è registrato un forte flusso di immigrati, soprattutto romeni, che hanno occupato ormai la maggior parte delle abitazioni del centro storico. Sicché, non solo le scuole, ma anche la biblioteca, che è situata nel centro storico, si è arricchita di nuovi utenti, giovani e bambini soprattutto, che, a differenza dei coetanei italiani, sono più educati alla lettura e, vista l’urgenza di integrarsi, anche più motivati.L’orario di apertura al pubblico, eccetto i mesi estivi, è di 42 ore settimanali, tutti i giorni, anche la domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.La biblioteca, dal 1994, è anche casa editrice, ogni libro ha un codice ISBN. I volumi trattano di storia locale, di economia, di religione, di folclore, di arte e hanno una veste dignitosa e severa. La redazione si compone di tre bibliotecari che hanno il compito di trascrizione, correzione delle bozze e impaginazione. Libri che stanno in rete, in qualsiasi libreria virtuale (es. http://www.internetbookshop.it/), digitando nel campo dell’editore: Civita Castellana.Negli anni Ottanta del secolo scorso, la biblioteca è stata per un certo numero di anni anche sede della redazione di un periodico locale, L’Informatore Civitonico, che usciva puntualmente ogni due mesi. All’interno del periodico c’era “La Biblioteca di Alice”, un inserto pensato apposta per un dialogo con i ragazzi.

Da molti anni (praticamente dopo gli incontri in biblioteca con Gianni Rodari) è andato
sviluppandosi uno speciale rapporto tra biblioteca e ragazzi delle scuole, soprattutto le elementari. Inizialmente, il sottoscritto, bibliotecario, veniva chiamato nelle aule scolastiche per parlare della biblioteca, ma anche per recitare poesie ad alta voce, se non addirittura Dante nella scuola media inferiore. Nascevano dei laboratori di poesia e i ragazzi mi invitavano a mettere in musica i loro versi, imparavano le canzoni e le cantavano in un pubblico concerto. Col tempo, il laboratorio si è trasferito in biblioteca, e così, da anni, le maestre arrivano con gli scolari alquanto vivaci, curiosi di toccare con mano i tanti libri che li riguardano e pronti a far domande, a chiedere spiegazioni.

Per ogni classe si organizzano tre incontri all’anno. Il primo è utile a far prendere loro confidenza con la biblioteca dei ragazzi situata in una cavea della struttura. Il secondo è dedicato alla lettura animata ad alta voce, scegliendo poesie e racconti moderni, ma anche classici della tradizione favolistica e fiabesca.
Il terzo incontro consiste nel cantare ai ragazzi, accompagnandomi con la chitarra (talvolta col pianoforte) una ventina delle “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari. Alcune sono state messe in musica dallo storico Quartetto Cetra, altre dal sottoscritto, inizialmente per cantarle ai figli degli amici, finendo, senza volerlo, per dar vita a un repertorio che interessava piacevolmente tutti i bambini. Un esempio della poesia che si fa musica, un’esperienza di incontro con una persona adulta estranea all’ambiente familiare e scolastico, un modo per ascoltare, cosa rara per i bambini, anche uno strumento musicale dal vivo.È così che a Civita Castellana molte maestre mettono in cantiere ogni anno il “Progetto biblioteca”, una tradizione che si è consolidata nel corso degli anni e che ha rinsaldato il rapporto scuola-biblioteca a tutto vantaggio dei ragazzi.Dal 2001 la biblioteca ottiene l’attribuzione del Marchio di Qualità da parte della Regione Lazio.
Alfredo Romano
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